Czeslaw Milosz
Il respiro trattenuto per la meraviglia
e il silenzio
Annalena
Ho amato la tua yoni vellutata, Annalena, i lunghi viagginel delta delle tue gambe.
La spinta a risalire il fiume fino al battito del tuo cuore
attraverso le più selvagge correnti sature della luce di luppolo e di neri convolvoli.
E il nostro impeto e il riso trionfale e il rapido
vestirsi nel mezzo della notte per salire le scale di pietra
della città alta.
Il respiro trattenuto per la meraviglia e il silenzio, la porosità
dei massi consunti e le porte della cattedrale.
Oltre il cancello della canonica i pezzi di mattoni e le erbacce,
nell’oscurità toccare i ruvidi sproni del muro.
E più tardi guardare giù dal ponte i frutteti quando
sotto la luna ogni albero sta sul suo inginocchiatoio,
e nel buio dal cuore segreto dei pioppi bussa l’eco
della turbina ad acqua.
A chi raccontiamo che cosa ci è accaduto sulla terra, per chi
disponiamo ovunque grandi specchi sperando che si riempiano
e così tutto resti?
Sempre incerti se questo siamo stati tu ed io, Annalena, oppure
amanti senza nome di una fiaba su tavolette smaltate.
(Traduzione di Valeria Rosselli)
Czeslaw Milosz
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