domenica 30 ottobre 2016

Volevo fare tutto e di tutto per lui

Edna O'Brien

Lui disse di avere una leggera vena masochista e che spesso la notte, non riuscendo a dormire a letto, andava in un’altra stanza, si stendeva a terra con un cappotto addosso e si addormentava di schianto. Lo faceva anche da piccolo.
 
L’immagine di quel bimbetto che dormiva in terra mi mosse a enorme compassione e, senza una parola da parte sua, lo portai vicino al tappeto e lo feci stendere.
 
Fu l’unica volta in cui i ruoli si invertirono. Lui non era mio padre. Io diventai sua madre. Morbida e del tutto immune alle paure. Perfino i miei capezzoli, che sono molto suscettibili, non si sottrassero alle sue pretese furiose. Volevo fare tutto e di tutto per lui. Come spesso succede fra amanti, il mio ardore e la mia inventiva stimolarono i suoi. Non ci fermammo davanti a niente.
 
Dopo, commentando l’impresa – com’era sua abitudine –, considerò che era stato il piú intimo dei nostri momenti intimi. Come dargli torto. Quando ci alzammo per vestirci si asciugò le ascelle con la camicetta bianca che portavo prima e mi chiese quale dei miei bei vestiti avrei indossato per la cena. Scelse lui, quello nero. Disse che gli faceva tantissimo piacere sapere che pur cenando con qualcun altro avrei rimuginato su quello che avevamo fatto noi. Una moglie, il lavoro, il mondo potevano anche separarci, ma nel pensiero eravamo legati.
– Ti penserò, – dissi.
– Anch’io.
Non fu nemmeno tanto triste separarci

Oggetto d'amore (raccolta)      (Oggetto d'amore racconto )
     Edna O'Brien

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