HEINZ KAHLAU
Non si può dimenticare il tuo volto.
A volte è la vicinanza a farci dimenticare
la bellezza.
A volte è la vicinanza a farci dimenticare
la bellezza.
Se non ci sei
Se non ci sei,
ho sempre
quel che hai detto
e ho il tuo volto.
Delle tue parole
conservo più a lungo
quelle sommesse.
Quasi soltanto il loro suono,
il loro carezzare.
Poi ci sono quelle
che fanno male,
– difficili da dimenticare.
Dei colloqui rimarrà
solo quanto era nuovo per noi.
Dove i pensieri si incontravano.
Lì il tono della tua voce è
poco femminino,
molto umano.
Non si può dimenticare il tuo volto.
A volte è la vicinanza a farci dimenticare
la bellezza.
HEINZ KAHLAU
ho sempre
quel che hai detto
e ho il tuo volto.
Delle tue parole
conservo più a lungo
quelle sommesse.
Quasi soltanto il loro suono,
il loro carezzare.
Poi ci sono quelle
che fanno male,
– difficili da dimenticare.
Dei colloqui rimarrà
solo quanto era nuovo per noi.
Dove i pensieri si incontravano.
Lì il tono della tua voce è
poco femminino,
molto umano.
Non si può dimenticare il tuo volto.
A volte è la vicinanza a farci dimenticare
la bellezza.
HEINZ KAHLAU
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Poesia molto bella.. Mi chiedo, che senso ha tanta nostalgia? Dopo aver salutato, magari, chiuso persiane, cancellato numeri, resettato cellulare, cambiato account?..è necessario guardare oltre, se oltre non ci piace, guardiamo il mare, e vedremo l'immenso...Se invece si cela un messaggio, minaccioso, la risposta è " chissenefrega"!...
RispondiEliminala nostalgia cosi' come la malinconia, l'amore, l'amicizia, l'intimità affettiva il sesso... possono essere interpretati e vissuti in modo regressivo e chiuso o in modo positivo e aperto. Dice Prete
RispondiElimina" nostalgia regressiva, che si presenta, a volte, in forme anche pericolose. Spesso vediamo, nella storia, come alcuni individui o alcune popolazioni si siano fissate regressivamente su dei miti della propria etnia, della propria origine, del proprio paese, della propria identità linguistica, e culturale. Sicuramente questa fissazione ha rischiato di bloccare in avanti il movimento del progresso storico e culturale di queste popolazioni. Non esiste linguaggio, non esiste simbolismo, non esiste comunicazione con l'altro, anzi c'è un approssimarsi alla negazione dell'altro, in questa regressione alla nostalgia mitica. E dunque, questo di cui Lei parlava, è proprio l'elemento correttivo della comunicazione interpersonale; l'apertura verso una condizione in cui ci sussista un elemento imprenscindibile di libertà, il che sta a significare un elemento di riconoscimento dell'altro e del diritto dell'altro ad esistere. Questo è un elemento molto forte, teso a correggere l'aspetto regressivo, di chiusura, della nostalgia protesa verso una radice immaginaria.
la nostalgia regressiva, ovvero la nostalgia che crea delle paratie, delle separazioni, dei diaframmi forti nei confronti di tutto ciò che è novità, che è linguaggio comunicativo, è occasione e attesa. E questa è la nostalgia chiusa, quella nostalgia che ci impedisce di guardare in avanti, ed è una nostalgia che può essere veramente pericolosa. Può rinchiuderci nel bozzolo di un rapporto immaginario col passato, con un luogo e con un tempo passato, che non esiste, ormai, più. La nostalgia dovrebbe essere sempre una passione aperta, capace di accrescere, in qualche modo, l'attesa, il desiderio, il sogno. E così la nostalgia potrebbe diventare anche un linguaggio autonomo.
ma c'è anche una nostalgia aperta
http://inervidellarpa.blogspot.it/2015/04/la-nostalgia-dovrebbe-essere-sempre-una.html
coi sono tante forme di nostalgia, legata al tempo (i ricordi, il passato, la reminiscenza), allo spazio (la nostalgia del ritorno e la nostalgia del viaggio)
la nostalgia della separazione:
""tutte le forme di separazione, anche le forme più violente o più tragiche di questo atto, costituiscono sempre come una separazione dal proprio Io da parte di ciascuno, ovvero da quella parte di noi stessi, che è vissuta assieme all'altra persona, che è quel determinato luogo, o è quella vicenda. Ecco perché, in qualche modo, la nostalgia è un sentimento doloroso. E' quella che Leopardi definisce ricordanza. Anche la ricordanza è insieme dolce e amara, nella poesia leopardiana. E Leopardi stesso l'ha definita, spesso, come presenza simultanea di dolcezza e dolore. E dunque ci si separa da qualcosa che abbiamo vissuto o da qualcosa che è vissuto con noi, ma questa separazione è sempre una separazione da quel nostro Io che fummo allora. E la nostalgia nasce proprio da questa separazione. Per questo non mai è possibile ritornare, perché quei determinati "noi stessi" non esistono più, poiché quel determinato Io che viveva in noi allora è trapassato, trasformandosi. Quel "noi" che abbiamo vissuto allora, in quel tempo e in quel luogo, non è più possibile riaverlo. La nostalgia è un sentimento tragico, ma è anche un sentimento aperto""
la ognuno la nostalgia che si merita :-)