domenica 30 agosto 2015

la fragilità, la parola, il silenzio


 
Come non distinguere, in particolare, la fragilità come grazia, come linea luminosa della vita, che si costuisce come il nocciolo tematico di esperienze fondamentali di ogni età della vita, dalla fragilità come ombracome notte oscura dell'anima, che incrina le relazioni umane e le rende intermittenti e precarie, incapaci di tenuta emozionale e di fedeltà.
 
Solo l'intuizione e la sensibilità ci consnetono di cogliere le parole fragili e delicate che sono arcobaleno di speranza. Le parole fragili sono parole portatrici di significati inattesi e trascendenti, luminosi e oscuri, umbrattili e crepuscolari. Spnop fragili le parole rilkiane, che si aprono e sichiudono come ortensie azzurre, e che alludono a foreste di segni insondabili; e sono infinitamente fragili le parole leopardiane, nelle loro risonanze così facilmente ferite dalla nostra indifferenzae dalla nostra noncuranza, dalla nostra fretta e dalla nostra disattenzione.
 
Sono fragili le aprole ungarettiane che, come allodole accecate da troppa luce, rinascono dal silenzioe dalla discrezione, dalle luci e dalle penombre della vita. Sono, queste, le parole di cui hanno bisogno le persone fragili e insicure, sensibili e vulnerabili, indirizzate alla disperata ricerca di accoglienza e di rispetto della loro debolezza: della loro digità
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Le parole non sono incolori, non sono uniformi, non sono semplici e, solo se sgorgano dal cuore e dal silenzio, solo se sono fragili e gentili, umbrattili e arcane, lasciano una traccia profonda nell'anima di ch ista male e chiede aiuto divorato dalla angoscia e dalla disperazione.
La parola è il tratto distintivo dell'uomo, non perchè aggiunto alla sua natura, ma perchè suo cotitutivo. L'uomo nasce, si sviluppa, si modella e si esprime entro un linguaggio. Ma il linguaggio porta necessariamente al dialogo, ed è perciò la piattaforma sulla quale si realizza l'incontro io-tu, che il solitario tenta di sfuggire come in compatibile col suo disegno.
 
...Per ascoltare occorre tacere. Non soltanto attenersi a un silenzio fisico...... ma a un silenzio interiore, ossia un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui. Bisogna far tacere il lavorio del proprio pensiero, sedare l'irrequietezza del cuore, il tumulto dei fastidi, ogni sorta di distrazioni. Nulla come l'ascolto, il vero ascolto, ci puo' far capire la correlazione tra il silenzio e la parola.

Giovanni Pozzi
Ma il silenzio, nella sua stremata fragilità, non ha solo mille modi di venire alla luce, ha anche mille modi di essere ferito dalle parole, o dai gesti. Il silenzio ha in sè tracce di mistero e di oscurità, di fascinazione e di speranza, e le parole, le parole che aiutano a vivere, nascono dal silenzio e muoiono nel silenzio in una circolarità senza fine.
 
Sono molti i modi con cui il silenzio e le parole si intrecciano: c'è il silenzio che rende palpitante e viva la parola; c'è il silenzio che si sostituisce alla parola nel dire il dolore e l'angoscia, la gioia e la speranza; c'è il silenzio oscuro, o ambivalente, nei suoi significati.Ogni silenzio ha un suo proprio linguaggio, e non è facile coglierne, e decifrarne, gli orizzonti di senso; e questo ha una particolare importanza quando si ha a che fare con condizioni psicopatologiche di vita nelle quali il silenzio è dolorosamente presente: fragile, e vulnerabile.
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Come non essere tentati di guardare al silenzio come a un modo di essere inutile e negativo, e alla parola invece come a un modo di essere sfolgorante e positivo? Ma dovremmo sapere che nella vita non tutto è dicibile, e non tutto è esprimibile; e non dovremmo illuderci di potere spiegare i pensieri che abbiamo, e le emozioni che proviamo, con le sole parole chiare e distinte. La parola che tace è talora piu' importante della parola che parla

Eugenio Borgna La fragilità che è in noi
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