Rammenta la prima domanda: seppure non proprio alla lettera, il suo significato è questo: “Tu vuoi andare per il mondo e ci vai con le mani vuote, con non so quale promessa di libertà, che quelli, nella loro semplicità, nella loro sregolatezza, non possono neppure concepire, e ne hanno timore e spavento, giacché nulla fu mai per l'uomo e per la società umana più insopportabile della libertà! Ma vedi codeste pietre, per questo nudo e rovente deserto?
Convertile in pani e dietro a te l'umanità correrà come un branco di pecore, dignitosa e obbediente, se anche in continua trepidazione che Tu ritragga la Tua mano e vengano sospesi i Tuoi pani”. Ma Tu non hai voluto privare l'uomo della libertà e hai rifiutato la proposta: giacché dove sarebbe la libertà (hai ragionato Tu) se il consenso fosse comperato con il pane? (…). Accettando i “pani” tu avresti risposto a quella universale e perpetua angoscia umana, sia d'ogni uomo in particolare, sia dell'umanità nel suo insieme, che si esprime nella domanda; “A chi genufletterci?”. Non c'è preoccupazione più assillante e più tormentosa per l'uomo, non appena rimanga libero, che quella di cercarsi al più presto qualcuno innanzi al quale genuflettersi.
Dostoevskij
ricordo del giugno 1983