lunedì 9 novembre 2015

Ogni inizio infatti è solo un seguito



Amore a prima vista Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. E’ bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella. Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano – una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? uno “scusi” nella ressa? un “ha sbagliato numero” nella cornetta? – ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si scansava con un salto. Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla all’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell’infanzia? Vi furono maniglie e campanelli in cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà. Wislawa Szymborska Traduzione di Pietro Marchesani Love at first sight Both are convinced that a sudden surge of emotion bound them together. Beautiful is such a certainty, but uncertainty is more beautiful. Because they didn’t know each other earlier, they suppose that nothing was happening between them. What of the streets, stairways and corridors where they could have passed each other long ago? I’d like to ask them whether they remember– perhaps in a revolving door ever being face to face? an “excuse me” in a crowd or a voice “wrong number” in the receiver. But I know their answer: no, they don’t remember. They’d be greatly astonished to learn that for a long time chance had been playing with them. Not yet wholly ready to transform into fate for them it approached them, then backed off, stood in their way and, suppressing a giggle, jumped to the side. There were signs, signals: but what of it if they were illegible. Perhaps three years ago, or last Tuesday did a certain leaflet fly from shoulder to shoulder? There was something lost and picked up. Who knows but what it was a ball in the bushes of childhood. There were doorknobs and bells on which earlier touch piled on touch. Bags beside each other in the luggage room. Perhaps they had the same dream on a certain night, suddenly erased after waking. Every beginning is but a continuation, and the book of events is never more than half open.


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