martedì 3 novembre 2015

povera donna infelice, amorosa e dolente; o perfino povera anima, povera diavola»




Sebbene Beatriz avesse parecchi anni piú di me, il mio atteggiamento verso di lei era intriso di uno strano e rispettoso desiderio di proteggerla, anche solo in veste di accompagnatore ignoto e testimone invisibile
[...]
E in Beatriz c’era una specie di apparente disorientamento, di inermità non insistita né di comodo, ho già detto che mi suscitava simpatia e compassione – «povera donna infelice, amorosa e dolente; o perfino povera anima, povera diavola» –, ed era qualcosa che emanava senza volerlo. Se avessi avuto il minimo sentore che quella fosse una tattica per muoversi nel mondo, per attirarsi la benevolenza altrui e trarne vantaggio, non mi sarei preso cura di lei in quel modo passivo, distante e silenzioso – per quanto forse «prendersi cura» non sia l’espressione giusta –, ne avrei provato un po’ di irritazione e fastidio. Non mi piacciono le vittime troppo consapevoli di esserlo.

Javier Marias *** Così ha inizio il male



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