sabato 14 maggio 2016

L´AMORE SECONDO VERA PAVLOVA - parte II

Liudmila Chapovalova
L´AMORE SECONDO VERA PAVLOVA - parte II  


Il tema centrale della poesia di Vera Pavlova è l’Amore in tutte le sue forme e manifestazioni: amore terreno, carnale, peccaminoso, e amore sacro, inteso come carità, compassione, amore passionale verso gli uomini e verso i figli, la patria, la musica, la natura, Dio. L’universo poetico di V. Pavlova può essere definito illimitato, privo di confini, ed è la vastità delle tematiche che consente di affermarlo, inoltre si può parlare di uguaglianza nel suo mondo tra i vari fenomeni della vita: l’alto e il basso, lo spirituale e il carnale, tutto acquista valore nell’esistenza e ha diritto ad assumere un valore estetico.
Graffiando l’ala acuminata,
Proprio sulla tavola è passato in volo
Un angelo silenzioso
E subito dietro a lui
Un cherubino che imprecava
Vera Pavlova lavora e crea in uno spazio culturale che non ha più limiti né ideologici, né estetici; è uno spazio culturale aperto sia al passato che al futuro, aperto anche alle diverse tradizioni artistiche e la sua poesia può essere considerata un anello di congiunzione tra il secolo appena concluso e quello in corso. A questo proposito una critica, Evgenija Pišcikova, osa di affermare che la poesia del XXI secolo inizia da Vera Pavlova, un altro - Boris Paramonov, autore e conduttore della rubrica “Le questioni russe” a Radio Svoboda dichiarò alla fine della trasmissione dedicata a V. Pavlova, che tutto ciò che è stato già fatto è sufficiente per rendersene conto: lei [Vera Pavlova n.d.a.] rappresenta il nuovo secolo di platino della poesia russa. Il secolo può anche non esserci, ma Pavlova ci sarà, c’è.
 
Chi è Vera Pavlova? Moscovita di nascita (1963), si è laureata con il massimo dei voti presso la prestigiosa Accademia di musica Gnessin di Mosca, specializzandosi in storia della musica. Per dieci anni ha cantato nel coro della chiesa, ha composto musica e, con la benedizione di Aram Khacaturjan, si stava preparando a dedicarsi alla composizione, ma a 18 anni ha sentito la necessità di ricorrere ad un altro “organo per esplorare lo spazio spirituale” – da ora in poi la parola, i versi diventano la forma principale dell’espressione. Dice Pavlova:
I primi versi, non avevano nulla... Tranne l' emozione. Sai come si fa, secondo Jung , a distinguere l' interpretazione del sogno giusta da quella sbagliata? Quando si trova l'interpretazione giusta il cuore batte più forte, il respiro aumenta. A vent'anni il comporre dei versi mi portava ad un simile stato d'animo. Dunque sono stata spinta a prendere questa via...— Chi ti ha spinto? — Semplicemente il mio organismo confermava in continuazione: "Si! Si! Si! Questo! Questo!" — anche se le parole non c'erano ancora... Ma la musica c'era-a-a.
Nel 1988 la rivista letteraria “Junost’” pubblica alcuni versi di Pavlova, ma il vero successo arriva nel 1996 dopo la pubblicazione di 72 sue poesie sul quotidiano “Segodnja” - il nome della poetessa, apparsa misteriosa come una mistificazione, suscita le reazioni vivaci e contrastanti sia del pubblico che della critica. Parlando dell’autrice nella postfazione Boris Kuz’minskij avvertiva lettore att Se pure percepirete la forte, incessante, presenza carnale di un io poetico spirituale e concreto, terreno, non illudetevi: state tendendo la mano a un miraggio, incrociandola per strada non vi accorgereste che si tratta di lei.
 
Nel 1997 esce il primo libro di versi dal titolo “Animale Celeste” la cui semantica esprime perfettamente la tematica della raccolta: uno stretto e continuo legame tra il celestiale, l’alto, lo spirituale e tutto ciò che è terreno, concreto, vivo. Sono proprio questi gli elementi che costituiscono le coordinate del mondo poetico di Vera Pavlova, sintetizzati da Pavel Belickij (“Nezavisimaja gazeta”):
La carnalità, col suo gusto e il peso, la quintessenza della carnalità, musica degli umori come musica della vita, carnalità degli amplessi, la vita della carne, la morte della carne e la sua legittima trasfigurazione nella poesia: ecco l’universo poetico di Vera Pavlova.
Infatti, con assoluta libertà e temerarietà Vera Pavlova affronta delicati argomenti del rapporto uomo – donna, parlando dell’amore travolgente, della passione, del sesso, degli amplessi, degli orgasmi ecc. Il corpo, sia femminile che maschile, è spesso l’oggetto delle sue liriche, ne viene nominata ed esaminata ogni sua parte e alla fine viene formulato un rimprovero alla natura:
Quanto poco mi è dato congiungermi
Con te in incavi, sporgenze e solchi.
Quanto poco: solo gomiti e ginocchia
Per puntellarmi. Insaziato appello
Di penetrare nei pori della pelle, nel flusso
Del tuo sangue come una cascata di montagna,
aderire ai meandri di cervello e viscere
e, come radici, intrecciare, le vertebre
così che solo la scure vi si abbatta…
quanto poco mi è dato dalla stolta natura:
adattare in un unico incastro
l´elementare armatura maschile.




Liudmila Chapovalova
L´AMORE SECONDO VERA PAVLOVA link esterno - parte II  
 

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