Elvira Seminara
E poi vedi le coppie usurate e quelle nuove. Lo capisci dal movimento del silenzio (beh, non potrei sentire altro, da qui).
Gli innamorati in quel silenzio si guardano, stringono qualcosa (un braccio, la mano, una birra). Hanno labbra ferme, ma morbide.
Gli altri producono silenzi serrati, indovino da qui le bocche strette, sigillate. E guardano ognuno cose diverse, oppure la ghiaia del viale. Nelle coppie logore ma salde c´è una tristezza sistematica, allenata su minimi riti condivisi. Sempre la stessa panchina, lo stesso croissant a quell´ora, la stessa mano di lui sulla spalla di lei, quando si alzano per andare via. E lei che si gira indietro, ogni volta, a riguardare la panchina chissà, forse lui ha dimenticato qualcosa.
Atlante degli abiti smessi
Elvira Seminara
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