sabato 18 febbraio 2017

Perché proprio con questa tizia di Ferrara, adesso?

Domenico Starnone
Mariella

A Mariella i toni acuti dettero fastidio, ogni tanto stringeva gli occhi, la pelle le si tagliava ai lati delle palpebre. Ari invece non sentiva né vedeva alcunché, il viso di lei mangiava ogni cosa. Aveva davanti agli occhi piú le dita dello zio di Mariella bambina o il suo fidanzatino al cinema, che il vagone, la rosticceria, il viaggio, gli studenti. Da parecchio non gli capitava un tale affiatamento con una donna. È bello, pensò, questo piacere leggero che è fatto di vicinanza fisica e parlar fitto. Si smaterializza ogni cosa. Le orecchie non sentono il fracasso del treno, non sai piú qual vicinanza fisica e parlar fitto. Si smaterializza ogni cosa. Le orecchie non sentono il fracasso del treno, non sai piú qual è l’ultima stazione e quale sarà la prossima, il vagone si affolla ma non avverti la ressa intorno, non avverti le chiacchiere, i litigi, la scortesia, gli insulti. Il treno si scioglie nel tunnel, il tunnel divora la roccia, la roccia si polverizza nella città, la città nel cielo. Ti muovi da Ottaviano ad Anagnina, vai a prendere un cappuccino tra pioggia e vento, sei di nuovo in metro da Anagnina a Ottaviano, ma in realtà è come se fossi fermo dentro una nuvola di parole, occhi accesi, sorrisi.
 
Perché proprio con questa tizia di Ferrara, adesso? Non è giovane, sa essere molto vicina e poi subito lontana, ti provoca e ti gela, ieri sera mi ha persino umiliato. Eppure mi piace questo miscuglio di cadenze dialettali, percepire nelle cose che dice ciò che forse nasconde. Sarà la memoria molto incerta di una scopata giovanile. Sarà lo scontento di questi anni. Che ora è. Non voglio guardare l’orologio, lei potrebbe offendersi. Di sicuro però si sta facendo tardi.

Autobiografia erotica di Aristide Gambia
Domenico Starnone     

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