Elogio dell'errore
Come nella techno o nel minimalismo di Steve Reich – la vera bellezza dell’errore fiorisce nella reiterazione, cioè attraverso la serie, è lì che l’errore svela il suo senso progressivo, e la sua forza creatrice. Non si sbaglia davvero se non ci si ricasca. E’ come pregare col rosario: perché gli errori diventino un manuale di vita, bisogna sgranarne tanti. Abitarli come un mantra. Sennò sei solo un dilettante dello sbaglio, un amatore.
Dunque: un singolo errore è perdonabile – è il capitombolo del clown di cui si può ridere e subito dopo dimenticarsene per passare a altro – l’errore seriale invece mette in gioco altro: l’ossessione, la dipendenza, il senso di colpa. La tara ereditaria, magari. E ci rivela di noi stessi molto di più dei comportamenti virtuosi. Per capire chi sei, bisogna sbagliare da professionista.
Peppe Fiore
perchè ci piacciono gli uomini che sbagliano
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