venerdì 6 novembre 2015

Mi sono innamorata dell’ultima persona di cui avrei dovuto






Pochi giorni fa, il 29 di aprile, è morta a Montevideo la poetessa Idea Vilariño. Se ne è andata in punta di piedi, com’era sua abitudine, mentre il paese si trovava in apprensione per la salute di un altro grande della letteratura nazionale, Mario Benedetti, in quei giorni ricoverato in un ospedale della capitale. Qualcuno ha scritto su un muro, come aveva fatto qualcun altro in occasione della morte di un amatissimo cantautore: No llores, canta! E un altro ancora: Nos quedamos solos, hermano, Idea se nos fuè.

Idea Vilariño era nata a Montevideo, nel 1920. Sono caduto per caso nel suo mondo di parole felpate e silenziose quasi una vita fa, quando ero ancora un ragazzino, e da allora, non sono mai riuscito a uscirne del tutto. La poesia che avevo trovato in una antologia di autori della Generazione del 45, era stata scritta per il suo amante, lo scrittore Juan Carlos Onetti, con il quale ha confessato una volta di avere condiviso non più di nove notti d’amore… e un’intera vita di passione e di solitudine.
Milton Fernàndez

“Mi sono innamorata dell’ultima persona di cui avrei dovuto… eravamo fatti di una materia impossibile di legare. Non ha mai capito l’abc della mia vita, non mi ha mai capito come essere umano, come persona…. Ancora mi chiedo perchè ho sopportato tanto, perché sono tornata sempre. (…) Una notte mi chiamò, disperato, chiedendomi che andassi da lui. Io ero con qualcuno che mi amava e lo lasciai per andare a passare una notte con lui. E ricordo che l’unica cosa che abbiamo fatto è stato quella di metterci schiena contro schiena, a leggere un libro, lui il suo, io un altro. Il mattino dopo lo presi dalla testa e gli dissi: sei un asino, Onetti, sei un cane, una bestia. E me ne sono andata”.
Idea Vilariño

la poesia e lo spirito

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