lunedì 9 maggio 2016

mangiare poesia

Mark Strand

Mangiare poesia

Mi cola inchiostro dagli angoli della bocca.
Non c´è contentezza come la mia.
Ho mangiato poesia.

La bibliotecaria pensa di avere le traveggole.
Ha gli occhi afflitti
e cammina con le mani tra le pieghe del vestito.

Le poesie sono svanite.
La luce è fioca.
I cani sono sulle scale della scantina e salgono.

Roteano gli occhi,
le zampe bionde bruciano come stoppie.
La povera bibliotecaria comincia a battere i piedi e piange.

Non capisce.
Quando mi inginocchio e le lecco la mano,
urla.

Sono un uomo nuovo.
Le ringhio contro e abbaio.
Faccio le feste felice nel buio libresco.


(Traduzione di Damiano Abeni)


Mark Strand

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