venerdì 27 ottobre 2017

Prima dell'incontro

Amica della mia giovinezza

Alice Munro

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Brenda ascolta Cornelius e intanto pensa a Neil. Le fa piacere trovarsi nel posto dove lui trascorre le giornate. Quando è laggiú con Cornelius ed è un pezzo che non vede Neil, le capita di sentirsi sperduta e inquieta, come se quella fosse una realtà pronta a voltarle le spalle. Subito dopo essere stata con Neil invece, diventa il suo regno – ma in quei momenti che cosa non lo è?
[...]
La sera prima del loro successivo incontro (la notte scorsa, ad esempio) dovrebbe sentirsi emozionata e felice, ma a dire la verità, le ultime ventiquattr’ore, se non gli ultimi due o tre giorni, sembrano troppo carichi di insidie, troppo importanti, per lasciare spazio interiore a qualcosa di piú che ansia e cautela. È un conto alla rovescia; calcola letteralmente le ore. Tende a impegnarle facendo buone azioni: certe pulizie di casa che ha continuato a rimandare, la tosatura del prato, una risistemata al Granaio del Mobile, estirpa perfino le erbacce dal giardino roccioso.

È la mattina del giorno stesso che le ore passano piú lente e si affollano di pericoli. Inventa sempre una storia su dove dovrà andare nel pomeriggio, ma deve trattarsi di una commissione non assolutamente necessaria, perché rischierebbe di attirare troppo l’attenzione, perciò non è mai scongiurata l’eventualità che salti fuori una cosa qualsiasi e Cornelius possa dire: «E se rimandassi di una settimana? Non potresti fare un altro giorno?» A preoccuparla non è tanto il fatto che non sarebbe in grado di avvisare Neil. Lui aspetterebbe piú o meno un’ora, e poi capirebbe che cosa è successo. È proprio che non crede di poterlo sopportare. Esserci quasi, e poi doverne fare a meno.

Eppure, in quelle ultime ore di tormento, non prova alcun desiderio fisico; non la eccitano nemmeno i preparativi segreti (lavarsi, depilarsi, spalmarsi creme e profumarsi). Rimane assente, ossessionata da dettagli, bugie e programmi, fino all’ultimo, quando finalmente vede l’auto di Neil. Al terrore di non riuscire a liberarsi si sostituisce, nel quarto d’ora del tragitto, la paura che lui non si presenti in quel posto sperduto al fondo della strada cieca verso la palude dove si danno appuntamento.

Ciò che ha urgenza di avere, in quegli ultimi momenti, non è affatto una cosa fisica, e se dovesse perdersela non sarebbe tanto come rinunciare a un pasto quando si ha fame, quanto come mancare a un rito da cui dipendono la vita o la salvezza.

Alice Munro - "Five Points",



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