«È all’incirca come quando uno, prima di ogni passeggiata, dovesse non solo lavarsi, pettinarsi ecc – già questo costa fatica – ma siccome prima di ogni passeggiata gli mancano sempre tutte le cose necessarie, dovesse anche cucirsi il vestito, farsi le scarpe, fabbricarsi il cappello, tagliare il bastone e così via».
«Amavo una ragazza, che mi riamava, ma dovetti lasciarla.
Perché?
Non so. Pareva che fosse circondata da un cerchio di armati appena mi avvicinavo a lei, urtavo nello loro cuspidi, restavo ferito e dovevo indietreggiare
Non aveva nessuna colpa la ragazza? Credo di no, o meglio, so che non l´aveva. La similitudine precedente è incompleta, in quanto anche io ero circondato da una cerchia di armati che tenevano le lance contro di me È rimasta sola quella ragazza?
No un altro è giunto fino a lei, con facilità e senza ostacoli. E io, esausto dai miei sforzi, sono stato a guardare con assoluta indifferenza ».
«Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre».
«Cara dolce Milena,
ho scoperto, in certi tuoi gesti acerbi, che mi inteneriscono, una Milena più piccola (della quale dovresti farmi un disegno).
Il mio Io irragionevole’, che è innamorato di te, vorrebbe conoscerla.
Vorremmo conoscervi.
Ci piacerebbe molto stare con voi, fare cose, le più banali: mangiare biscotti, darvi inutile affetto, leggere storie, prendersi in giro, guardare il soffitto, incasinarvi moltissimo ».
«Cara, dolce , Milena grande,
sentendo certe notizie che giungono alle mie orecchie trasecolo. Chi ti ha detto che mai e poi mai vorrei coprirti di baci? Se c´è qualcosa di cui sono sicuro è che vorrei coprirti di baci. In verità, qualche volta ho pensato anche a coprirti di carezze (di quelle delicate che si scambiano al buio, per riconoscersi e appartenersi, gli amanti), ma queste avrebbero avuto un ruolo propedeutico volto a rivelare i punti migliori per distribuire i baci (di cui sopra). Chiarito questo, torniamo a noi. Effettivamente, di quell´uomo di cui mi hai parlato, quello un po´ triste che ti scrive cose fuori luogo e strane, si dice racconti bugie: secondo me è una bugia (per quanto ne so, a modo suo, ti ama)».
Franz Kafka lettere a Milena
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