sabato 5 marzo 2016

stella distante

Nell’ultimo capitolo del mio romanzo La letteratura nazista in America si raccontava in modo forse troppo schematico (in non più di venti pagine) la storia del tenente Ramírez Hoffman, della FACh, la Forza Aerea Cilena. La storia me l’aveva riferita il mio connazionale Arturo B, veterano delle guerre fiorite e suicida in Africa, che non fu soddisfatto del risultato finale. L’ultimo capitolo della Letteratura nazista fungeva da contrappunto, forse da anticlimax al grottesco letterario che lo precedeva, mentre Arturo desiderava una storia più lunga, non specchio o esplosione di altre storie bensì specchio ed esplosione di per sé. Così, ci siamo chiusi per un mese e mezzo nella mia casa di Blanes e con l’ultimo capitolo alla mano e sotto dettatura dei suoi sogni e incubi abbiamo scritto il romanzo che il lettore ha davanti. La mia funzione si è limitata a preparare da bere, a consultare alcuni libri, e a discutere, con lui e con il fantasma sempre più vivo di Pierre Menard, la validità di molti brani ripetuti.

Roberto Bolaño Stella distante, incipit

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