Alessandro Robecchi
Da un lato la tentazione di attivare la modalità «orecchie da marito», con le parole di lei che entrano ed escono senza lasciare traccia; dall’altro lato la volontà di difendersi e giustificarsi, mentre vede sfumare lo scenario che aveva immaginato: mangiare quella carne d’oro zecchino con la sua signora, per una volta a un’ora decente, aprire una bottiglia, gustare piano quei pomodori che dovrebbero stare in un caveau, un filo d’olio e...
Ma intanto gli cade addosso un senso di gloriosa impotenza, un flusso di delusione. No, non per adesso, ma per la vita intera, dalle elementari in poi, perché a quella lì, a quella rompiballe che ora scuote la testa come davanti a un caso disperato, ha regalato una vita di attese notturne e di esplorazioni tra le offerte speciali, e forse non è quello che avevano immaginato.
E pensa che forse sarebbe bastato abbozzare, qualche volta, cedere a Gregori, rispettare regole assurde, annuire quando non era d’accordo, e oggi avrebbe un grado più decente, un ufficio migliore, e Rosa le sue scarpe, magari comprate in un negozio del centro...
Torto marcio - Alessandro Robecchi
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