Jostein Gaarder
Quando mi graffiavi con le tue acuminate carezze, anche l'anima mi laceravi.
Prima dobbiamo vivere, e poi possiamo filosofare. Ero soltanto un corpo di donna per te? Sai che non è vero. E come puoi distinguere corpo e anima? Non è scompigliare la creazione di Dio? Oh sì, certo che lo è, mia tigre ingannatrice.
Quando mi graffiavi con le tue acuminate carezze, anche l'anima mi laceravi.
Fai un così bel ritratto dell'amicizia nel tuo Libro IV, ma è evidente che ti riferisci soltanto all'amicizia fra uomini: “Il riso e il conversare insieme, e le reciproche affettuose cortesie, e il fascino dei libri letti insieme, gli scherzi e i nobili svaghi comuni, e il dissentire a volte, ma senza rancore, come succede con se stessi, e con questi rarissimi dissensi fare più intenso il gusto dei molti consensi, e l'insegnare e l'imparare a turno, la nostalgia impaziente per chi manca, le festose accoglienze a chi ritorna: sono questi, o simili, i segni che dal cuore di chi ama ed è riamato giungono tramite il volto, la bocca, gli occhi, e mille graziosissimi gesti, quasi ad alimentare il fuoco che divampa e fonde molte anime in una (...).
Vita brevis
Jostein Gaarder
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