Se noi intendessimo la felicità soltanto in termini di fruizione, ne perderemmo il più alto messaggio. Perché chi vince una partita di calcio ha pure sofferto fisicamente.
Nella felicità può esserci il dolore. Ma quale dolore? Il dolore del protendersi, come quello dell'atleta. Perché l'espandersi che cos'è? E' il protendersi all'estremo. Ecco perché la felicità pigra, rappresentabile dall'atto puro dell'ingoiare, non può essere la felicità vera. La felicità è nel tendersi. In tutto questo può giocare la sua parte anche la stessa sofferenza. Ricordiamoci di un fatto: il tempo, in quanto movimento, sviluppa un protendersi lineare.
Salvatore Natoli
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