Annamaria Ferramosca
chiedo al mio dio dell’eros
al dio che ripido vola sul magma
che non mi rubi
il ritorno ancora e ancora
al punto di partenza
Eros mi scuote
è il tuo passo che inseguo
è il tuo passo che inseguo
fino a morirne
piano pianissimo mentre m’infuria
il mondo sulla nuca
è così che curo il pianto dei millenni
voglio
questa lenta morte a ritroso questa
risorgenza
chiedo al mio dio dell’eros
al dio gioioso che mi preme sui seni
che mai si fermi
questo riprogrammarci ripetuto
chiedo che non mi rubi
il delirio dolce del digiuno
il pallore del tuo viso nel preludio
e tutta questa febbre che muove
il gioco l’abuso l’abisso
chiedo al mio dio dell’eros
al dio che ripido vola sul magma
che non mi rubi
il ritorno ancora e ancora
al punto di partenza
e il mai sazio sapore della fine
quando ci ritroviamo naufraghi
sulla feritaluce dell’origine
che ancora pulsa onda dopo onda
da un mare sconosciuto
Annamaria Ferramosca
fino a morirne
piano pianissimo mentre m’infuria
il mondo sulla nuca
è così che curo il pianto dei millenni
voglio
questa lenta morte a ritroso questa
risorgenza
chiedo al mio dio dell’eros
al dio gioioso che mi preme sui seni
che mai si fermi
questo riprogrammarci ripetuto
chiedo che non mi rubi
il delirio dolce del digiuno
il pallore del tuo viso nel preludio
e tutta questa febbre che muove
il gioco l’abuso l’abisso
chiedo al mio dio dell’eros
al dio che ripido vola sul magma
che non mi rubi
il ritorno ancora e ancora
al punto di partenza
e il mai sazio sapore della fine
quando ci ritroviamo naufraghi
sulla feritaluce dell’origine
che ancora pulsa onda dopo onda
da un mare sconosciuto
Annamaria Ferramosca
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