Caterina Davinio
(erosmanìa nell’ultima stanza)
bagliori filamentosi per smarrirti tra i sonagli
tra argentee cromature e catene
luminescenti, cascate pendenti dal nero
velame che schiude il cuore di carne.
Eros mi scuote
Lussuria
Farai meglio a scappare veloce
come il vento che trascina le nuvole
lontano dai freddi pronostici dell’inverno!
Ma la carne ha il piacere del contatto
e lascio che nulla la respinga
che cada la notte! E il tuo tocco scavi la roccia
nell’elettrico rabbrividire dell’inevitabile
il desiderio non basta all’acqua che straripa
irresistibile amore del ferro per la calamita
e per l’amore so farmi schiavo
tra mille maschere della morte
che ride e si beffa
per sfiorare l’improbabile
certezza della carne.
Sarai qui e potrò toccarti
qui, nelle mie vesti
raso arancio e i capelli
adorni di azzurre stelle di carta
Nelle geometrie azzurre
e rosse del fuoco e dell’ombra, nell’alcova
(erosmanìa nell’ultima stanza)
bagliori filamentosi per smarrirti tra i sonagli
tra argentee cromature e catene
luminescenti, cascate pendenti dal nero
velame che schiude il cuore di carne.
Caterina Davinio
come il vento che trascina le nuvole
lontano dai freddi pronostici dell’inverno!
Ma la carne ha il piacere del contatto
e lascio che nulla la respinga
che cada la notte! E il tuo tocco scavi la roccia
nell’elettrico rabbrividire dell’inevitabile
il desiderio non basta all’acqua che straripa
irresistibile amore del ferro per la calamita
e per l’amore so farmi schiavo
tra mille maschere della morte
che ride e si beffa
per sfiorare l’improbabile
certezza della carne.
Sarai qui e potrò toccarti
qui, nelle mie vesti
raso arancio e i capelli
adorni di azzurre stelle di carta
Nelle geometrie azzurre
e rosse del fuoco e dell’ombra, nell’alcova
(erosmanìa nell’ultima stanza)
bagliori filamentosi per smarrirti tra i sonagli
tra argentee cromature e catene
luminescenti, cascate pendenti dal nero
velame che schiude il cuore di carne.
Caterina Davinio
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