in genere, quando si è felici, non ci si interroga mai sul perché si è felici. La felicità la si vive immediatamente. E, quando si esce da questo stato, da questo sentirsi felici, vissuto come sentimento illimitato della propria espansione personale, quando sussiste una relativa interruzione di questo movimento, allora ci si può chiedere: perché sono stato felice? Perché adesso lo sono di meno?
Ecco, allora, verificarsi una trasformazione nel nostro stato di felicità, che da esperienza vede tramutarsi in meta. Allora, a quel punto, ci si interroga sulle condizioni, nella speranza di potere ricostruire le più idonee per tornare in questa espansione che si è sperimentata.
Salvatore Natoli
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