Che cos'è la poesia
"Cos'è la poesia?" domandò il monaco.
"È un mistero ineffabile", rispose Yuko.
Un mattino, il rumore della brocca dell'acqua che si spacca fa germogliare nella testa una goccia di poesia, risveglia l'animo e gli conferisce la sua bellezza. È il momento di dire l'indicibile. È il momento di viaggiare senza muoversi. È il momento di diventare poeti.
Non abbellire niente. Non parlare. Guardare e scrivere. Con poche parole. Diciassette sillabe. Un haiku.
Un mattino, ci si sveglia. È il momento di ritirarsi dal mondo, per meglio sbalordirsene.
Un mattino, si prende il tempo per guardarsi vivere.
Maxence Fermine
«L'opera non è fine a se stessa né possiede esistenza propria: l'opera è una parte, una mediazione. La critica del soggetto comporta la distruzione, non del poeta o dell'artista, ma della nozione stessa d'autore. Per i Romantici, la voce del poeta era quella di "tutti"; per noi è rigorosamente quella di nessuno. Ad uguale distanza dall'autore e dal suo Io, nessuno e tutti si equivalgono. Il poeta non è un piccolo dio...».
«Capire una poesia vuol dire, in primo luogo, udirne il suono» ....
«le parole entrano dall'orecchio, appaiono davanti agli occhi, spariscono nella contemplazione»....
«Leggere una poesia è udirla con gli occhi, udirla è un corpo/avvolto solo nel suo enigma nudo»
"Per sentire un testo poetico occorre capirlo; per capirlo, ascoltarlo vederlo contemplarlo; convertirlo in eco ombra nulla. La comprensione è un esercizio spirituale". Perciò,
"Ogni lettore è un altro poeta; ogni testo poetico, un altro testo".
Octavio Paz
compito del poeta è ritrovare la vicinanza nativa delle parole e delle cose, tipica dell’infanzia, cancellata dalle necessità della concettualizzazione intellettuale
Diciamo che la poesia è, per me, rendere alle cose la loro natura di esserci, la loro presenza piena, trasgredendo quindi, il concettuale che invece li confina nella generalità dei concetti e quindi nelle astrazioni.
Per me la poesia è ridare vita agli aspetti della vita quotidiana. La poesia nasce come ci si sveglia al mattino. Il poeta non fa altro che continuare il sogno notturno. Il poeta verifica le informazioni che gli arrivano dall’inconscio che è una parte importante del nostro essere. Quindi, come vede, il lavoro del poeta è abbastanza passivo.”
“Diciamo che per me la poesia è restituire alle cose, fra le quali viviamo, e agli esseri con cui viviamo, la pienezza della loro presenza a se stessi. Liberare, ‘sbarazzare’ la figura dell’altro, per così dire, dagli orpelli concettuali, rendere loro la presenza immediata. Ciò significa sapere che viviamo in un luogo e in un momento preciso, nella nostra solitudine, che viviamo nella finitudine. Significa, inevitabilmente, concentrarsi sull’esistenza particolare di ciascuno di noi
Yves Bonnefoy
"È un mistero ineffabile", rispose Yuko.
Un mattino, il rumore della brocca dell'acqua che si spacca fa germogliare nella testa una goccia di poesia, risveglia l'animo e gli conferisce la sua bellezza. È il momento di dire l'indicibile. È il momento di viaggiare senza muoversi. È il momento di diventare poeti.
Non abbellire niente. Non parlare. Guardare e scrivere. Con poche parole. Diciassette sillabe. Un haiku.
Un mattino, ci si sveglia. È il momento di ritirarsi dal mondo, per meglio sbalordirsene.
Un mattino, si prende il tempo per guardarsi vivere.
Maxence Fermine
«L'opera non è fine a se stessa né possiede esistenza propria: l'opera è una parte, una mediazione. La critica del soggetto comporta la distruzione, non del poeta o dell'artista, ma della nozione stessa d'autore. Per i Romantici, la voce del poeta era quella di "tutti"; per noi è rigorosamente quella di nessuno. Ad uguale distanza dall'autore e dal suo Io, nessuno e tutti si equivalgono. Il poeta non è un piccolo dio...».
«Capire una poesia vuol dire, in primo luogo, udirne il suono» ....
«le parole entrano dall'orecchio, appaiono davanti agli occhi, spariscono nella contemplazione»....
«Leggere una poesia è udirla con gli occhi, udirla è un corpo/avvolto solo nel suo enigma nudo»
"Per sentire un testo poetico occorre capirlo; per capirlo, ascoltarlo vederlo contemplarlo; convertirlo in eco ombra nulla. La comprensione è un esercizio spirituale". Perciò,
"Ogni lettore è un altro poeta; ogni testo poetico, un altro testo".
Octavio Paz
compito del poeta è ritrovare la vicinanza nativa delle parole e delle cose, tipica dell’infanzia, cancellata dalle necessità della concettualizzazione intellettuale
Diciamo che la poesia è, per me, rendere alle cose la loro natura di esserci, la loro presenza piena, trasgredendo quindi, il concettuale che invece li confina nella generalità dei concetti e quindi nelle astrazioni.
Per me la poesia è ridare vita agli aspetti della vita quotidiana. La poesia nasce come ci si sveglia al mattino. Il poeta non fa altro che continuare il sogno notturno. Il poeta verifica le informazioni che gli arrivano dall’inconscio che è una parte importante del nostro essere. Quindi, come vede, il lavoro del poeta è abbastanza passivo.”
“Diciamo che per me la poesia è restituire alle cose, fra le quali viviamo, e agli esseri con cui viviamo, la pienezza della loro presenza a se stessi. Liberare, ‘sbarazzare’ la figura dell’altro, per così dire, dagli orpelli concettuali, rendere loro la presenza immediata. Ciò significa sapere che viviamo in un luogo e in un momento preciso, nella nostra solitudine, che viviamo nella finitudine. Significa, inevitabilmente, concentrarsi sull’esistenza particolare di ciascuno di noi
Yves Bonnefoy
cos'è la poesia
You might also like:
- Indice poesie di Octavio paz
- indici degli autori (elenco delle poesie di alcuni autori)
Nessun commento:
Posta un commento
commenta questo post