Sempre connessi, immersi nel flusso continuo della rete.
Ansiosi di digitare e di ricevere un segnale.
La nostra presenza sulla rete è ambigua e sfuggente.
Da un lato abbiamo paura di non avere una occupazione che ci distolga dalle nostre angosce e dalla nostra solitudine.
Siamo incapaci di apprezzare l'ozio e la lettura.
Ma forse quello stare pernnemente in rete è indotto dal bisogno di condividere emozioni, esperienze sentimenti.
Dovremmo imparare a usare questo mezzo potente con intelligenza e nella giusta misura;
apprezzare i silenzi, le pause, i momenti di solitudine, quando siamo alle prese con i nostri pensieri e il nostro sentire.
Ansiosi di digitare e di ricevere un segnale.
La nostra presenza sulla rete è ambigua e sfuggente.
Da un lato abbiamo paura di non avere una occupazione che ci distolga dalle nostre angosce e dalla nostra solitudine.
Siamo incapaci di apprezzare l'ozio e la lettura.
Ma forse quello stare pernnemente in rete è indotto dal bisogno di condividere emozioni, esperienze sentimenti.
Dovremmo imparare a usare questo mezzo potente con intelligenza e nella giusta misura;
apprezzare i silenzi, le pause, i momenti di solitudine, quando siamo alle prese con i nostri pensieri e il nostro sentire.
Carmelo
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