lunedì 3 dicembre 2018

gli specchi trappole







Il mio amico Antoine Roquentin, per esempio, chiama gli specchi trappole. «Sul muro v’è un buco bianco, – dice, – lo specchio».
[...]
Roquentin si avvicina, la guarda e ne rimane intrappolato, non può piú andarsene. La cosa grigia, superfluo specificarlo ma specifichiamo, è il riflesso del suo volto. Un riflesso che Roquentin, in quelle giornate perdute tra la sua stanza d’albergo e le strade di Bouville, si ferma a contemplare, perché, spiega, non capisce nulla del suo volto:
 
«Quelli degli altri hanno un senso. Ma non il mio. Non posso nemmeno decidere se sia bello o brutto. Immagino sia brutto, poiché me l’hanno detto. Ma questo non mi tocca. In fondo son perfino urtato che si possano attribuirgli qualità di questo genere, come se si dicesse bello o brutto un pezzo di terra o un masso di roccia».
 
Tommaso Pincio



Nessun commento:

Posta un commento

commenta questo post

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

home