domenica 12 luglio 2015

ti ho abbracciato in silenzio




«Demenza precoce degenerativa primaria assimilabile a sindrome di Alzheimer.» Così era scritto sul referto di quell’esame che pareva il preludio di una fantascientifica guerra dei mondi. E la guerra per noi è iniziata davvero.
 
«Avrei preferito avere il cancro» mi confidasti la sera con gli occhi asciutti, ma la voce rotta.
 
Che cosa si può rispondere a chi arriva a farsi un simile augurio? Non ci sono parole. Non c’è nulla da dire che possa curare un dolore tanto grande. Ti ho abbracciato in silenzio cullandoti ancora una volta tra le mie braccia, accarezzandoti piano i capelli, baciandoti dolcemente sulle guance, sulla fronte, sulle labbra.
 
Aveva cominciato a piovere forte: oltre ai nostri respiri si sentiva solo lo scrosciare dell’acqua sulla strada. Eravamo in piedi nel locale che usiamo come studio, e restammo lì abbracciati, chissà per quanto. Proprio lì, nella nostra stanza segreta.
 
Ferzan Ozpetek -- Sei la mia vita



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