Mi spogliò lei. Le scarpe e la maglietta umida, i pantaloni. Si spogliò da sola, rimase in costume. Si sfilò una spallina e l’altra e le fece scendere fino all’ombelico. La baciai. Adagio, aveva labbra accoglienti, le incorniciai il viso tra le mani, le passai le dita tra i capelli bagnati, lo feci ancora. Le sfilai il costume del tutto, non mi distolsi mai dagli occhi, poi sì, le presi questo seno maestoso dai capezzoli minuti. La girai per afferrarglielo, ci riuscii a fatica, stentai a controllarmi. La baciai sul collo, tornavo sulle labbra, le lingue profonde. Mi accarezzava dalle spalle alla pancia, di nuovo le spalle e il petto, come mi ridisegnasse, si inginocchiò di colpo. Aveva una bocca che non dava pace, morbida, andò sul fusto e sui testicoli, insistette a lungo finché vacillai, mi chiese se poteva continuare. Scossi la testa e la stesi sul letto. Le accarezzai le gambe, le mordicchiai i capezzoli e il costato, mi fermai per guardarla. La baciai tra le cosce, Anna gemeva piano, e il sapore e l’odore erano solo suoi, appena dolci.
Mi accompagnò sopra di lei, mi guidò e io entrai, la fissavo accogliermi poco alla volta e mantenersi integra nel suo triangolo perfetto. Mi tenne così, io la presi quanto potei, e per la prima volta seppi che il corpo era solo un inizio
Marco Misssiroli --- atti osceni in luogo privato