Il ponte
e per il mio spirito risvegliato
sarà mattino.
Il mio grigio capo chino adorna
d’alloro, sicchè io possa vedere
la mia ombra incoronata e sorridere anche se sono addolorato.
Benché il mio capo sia piegato,
i tuoi piedi, calzati di speranza,
passano e sono eloquenti
nella maniera in cui non si fermano.
Sono piegarti in qualche luogo sull’erba
con quella parte di me che scruta i significati.
Siamo per sempre amanti,
al di là della complicità della carne,
amanti in un modo nuovo
che non abbia bisogno di parole né di sguardi.
Così astratto, il nostro amore possa essere
non nostro, ma un vago sospiro dell’Essere Puro.
Fernando Pessoa, Il violinista pazzo
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