Ci tenemmo stretti, eravamo noi, era il terrore di perdersi. E l’illusione di essersi ritrovati.
Volevo carni, non spirito, ecco la verità.
Potreste farvi del bene. O maltrattarvi. Il rischio si accetta per il sublime
Ognuno di noi, disse, accetta di superarsi per appartenere a qualcosa di altro da sé
ti vedevo a mille chilometri di distanza con la paura di scegliere tra la vita e l’oscenità, senza sapere che sono la stessa cosa. L’osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento.
Tieniti stretta la tua meravigliosa indecenza, Grand. E ricordati le due promesse.
Marco Missiroli --- atti osceni in luogo privato