sabato 4 giugno 2016

La grazia e la bellezza

Giacomo Leopardi
Alcuni difettuzzi in un viso, piacciono assai, e paiono grazie a molti.
Chi s’innamora di un naso rincagnato (come quel Sultano di Marmontel), chi di un occhio un po’ falso ec. Un parlar bleso ec. a molti par grazia. E si vedono tuttogiorno, amori nati appunto da stranezze o difetti della persona amata. Così nello spirito e nel morale.
Il primo amore dell’Alfieri fu per una giovane di una certa protervia che mi faceva, dic’egli, moltissima forza. E di questo genere si potrebbero annoverare infinite cose che paiono graziosissime e destano fiamma in questo o in quello, e ad altri parranno tutto il contrario.
Così un viso di quel genere che chiamano piccante, vale a dire imperfetto, e irregolare, fa ordinariamente più fortuna di un viso regolare e perfetto.
[...]
Se la sorpresa è spesso compagna della grazia, è certo che questa è ben diversa dalla sorpresa, cioè perchè una cosa sia graziosa, non basta che sorprenda, bisogna che sia di quel tal genere, e questo genere che cos’è?
 
non la sola naturalezza, come abbiamo veduto; non il perfetto, anzi spesso il difettoso, l’irregolare, e lo straordinario; non tutto l’imperfetto, l’irregolare, e lo straordinario, com’è manifesto: che cosa dunque?
Concedo che spesso il sentimento della grazia contenga sorpresa, ma non è grazioso per questo che sorprende, altrimenti tutto il sorprendente sarebbe grazioso, ma perch’è un certo non so che.
[...]
Un viso piccante ed irregolare nous plaît veramente d’abord e senz’altro, e qui non c’entra l’aver saputo vincere il difetto ec. Si vede ch’esso stesso contiene propriamente in se una qualità piacevole distinta da tutto il resto. È vero che un viso irregolare piace con una certa sorpresa, ma quel che piace non è solamente nè principalmente la sorpresa, altrimenti un viso mostruoso piacerebbe di più.
[...]
la grazia consiste in un certo irritamento nelle cose che appartengono al bello e al piacere
 
Perciò la grazia va definita semplicemente, un irritamento nelle cose che appartengono al bello, tanto sensibile, quanto intellettuale, come il bello poetico ec.

     Giacomo Leopardi
Zibaldone

 

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