Antonella Sbuelz
L'impronta Ma non è vero che il passato passa. Il passato rimane sospeso come polvere in una stanza al sole, quando l’estate scrolla il cuore al buio e l’ombra si acquatta nelle pieghe del giorno che si spinge nella sera. Rimangono gli attimi puliti e la scorza degli attimi sprecati, e la città sommersa dei rimpianti nel blu di un cielo rovesciato in mare, e le notti cadute per sbaglio su distanze spalancate all’improvviso e sui nomi che abbiamo più amato. Rimane qualche sguardo, una parola. La polpa di un incanto, una paura. E il barcollare tiepido, leggero, della tua prima corsa in grembo al mondo: quando i rami – come a maggio i desideri – lasciavano impronte nella luce, e dentro la memoria della luce c’è la mia mano che ha tremato piano nell’attimo che ti ha lasciato andare, mentre la voce ti diceva Va’. Antonella Sbuelz
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