lettere immaginarie
non ero io quello che poteva stare ad aspettarti nessuna strada ti poteva portare verso di me non era da me che cercavi le emozioni condite di ironia non ero io quello di cui cantavi l'estasi non era con me che parlavi quando parlavi non erano mai quelle, le parole che dicevi ho questa capacità io, di essere invisibile che mi invidiano tutti si lo so lo sentivo che io non c'entravo niente eppure fingevo di non sentire ciò che sentivo l'unica cosa vera è la gemma che sei tu per la tua infinita bellezza facevo del mio meglio visto come sono imbranato sono un grande perdente lo sai preparo le mie sconfitte con cura devono essere dolorose e umilianti il tempo passa come questa soluzione che mi distillano nelle vene ma io l'amo questa mia stupida vita sbilenca e sto già prendendo la rincorsa per sognare l'impossibile e sbattere contro questo muro di sguardi indifferenti, frenetici e bramosi se solo potessi scorgere un filo di luce da quel muro ho questa capacità io, di essere invisibile e starmene altrove imbambolato. Marcello C.
Il filo di luce ce l'abbiamo dentro (tutti) devi socchiudere la porta
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