Javier Marias
«Sono io quello? Ho fatto davvero quelle cose? Era tanto brutto il mio vecchio io? Se è cosí, non posso farci niente.
Il senso di colpa è piú forte del mio desiderio di ammenda, il senso di colpa mi impedisce perfino di provarci, la sola cosa cui mi sento di aspirare è che venga un giorno in cui la colpa sarà superata, in cui sarà talmente vecchia da perdersi nelle nebbie in cui sfuma tutto quanto è accaduto, finché i contorni svaniscono e diventano indistinguibili: ciò che è bene e ciò che è ambiguo, ciò che è contraddittorio e ciò che è malvagio, i delitti e gli atti eroici, la malevolenza e la generosità, la rettitudine e l’inganno, il rancore che non si attenua e il perdono carpito per estenuazione della vittima, la rinuncia e la parola data e il vantaggio ottenuto col raggiro, tutto è destinato all’alzata di spalle, tutto sarà ignorato da quelli che verranno e ci succederanno, ne avranno già abbastanza delle loro passioni, saranno indifferenti a quanto è successo prima che mettessero piede su questa terra, dove sovrapporranno le loro orme a quelle dei loro infiniti predecessori e uguali, senza sapere che imitano soltanto e che non c’è piú nulla di inesplorato; tutto è destinato alla confusione e alla mescolanza, al livellamento e all’oblio e a fluttuare in un ripetitivo magma del quale però nessuno si stanca, forse perché nessuno ha mai trovato il modo di trarsene fuori»
«Ma finché quel giorno non arriva c’è un intervallo odioso che ci appartiene, che è il peggiore ma è nostro, nel quale non possiamo fare a meno di confrontarci con quello che abbiamo fatto o omesso di fare, e distrarre il nostro senso di colpa oppure placarlo, e talvolta il solo modo per riuscirci è aumentarlo, fare in modo che nuove colpe vengano a coprire quelle vecchie, le mettano in ombra o le smussino e le minimizzino, fino al giorno in cui tutte apparterranno al passato e non ci sarà piú in vita una sola testa che possa ricordarsene, né una lingua malvagia e rapida per raccontarle, e neppure un dito tremante per accusarci di nulla».
Così ha inizio il male
Javier Marias
Javier Marias
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