Efraim Medina Reyes
Il dolore è un piacere indimenticabile
Quel che ricordo è il luccichio dei suoi occhi e poi le tracce della sua voce nella stretta oscurità. I baci colavano sulla superficie spaventata come orologi di Dalì e cadevano nei vuoti senza folletti e poi sentii il suo odore acre dentro di me e mangiai il suo odore e il cuore del suo odore... Le mani si ripeterono fino allo sfinimento e c’erano più mani che posti per esse, e anche un po’ di sangue e lacrime e moccio sullo splendore del suo corpo. Non so se è stato bello, so che è stato arduo e unico. Gli altri particolari sono stati inghiottiti dall’ansia. Lei non mi ha mai raccontato cosa provò.
In seguito l’abbiamo fatto ogni giorno, ogni secondo, ogni battito di ciglia. Non abbiamo mai perso un'occasione, era una forza che aveva la meglio su ogni altra, in un certo senso il sesso ha divorato tutto il resto. Quando mi ha lasciato le ho detto che avevamo tante cose, che non poteva abbandonare tutto a quel modo, che anche in quello eravamo fatti l’uno per l’altra. Lei ha detto che quello era l’unica cosa che avevamo. Ci ho pensato. Aveva ragione.
C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
Efraim Medina Reyes
Efraim Medina Reyes
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