Nichita Stanescu
Perché mai ti amerò tanto, amore,
vortice di stagioni che colorano un cielo
(sempre diverso, sempre vicino)
come una foglia cadente. Come un respiro appannato dal gelo.
vortice di stagioni che colorano un cielo
(sempre diverso, sempre vicino)
come una foglia cadente. Come un respiro appannato dal gelo.
Canto senza risposta
Perché mai ti amerò, donna sognatrice, che ti avvolgi intorno a me come fumo, come una vite intorno al mio petto, alle mie tempie, sempre tenera, sempre ondeggiante? Perché mai ti amerò, donna delicata come un filo d’erba che taglia in due la luna estiva, gettandola in acqua, divisa da se stessa come due innamorati dopo un abbraccio?… Perché mai ti amerò, occhio malinconico, sole castano che sorgi dalla mia spalla, trascinando dietro di te un cielo di profumi con nubi sottili, senza ombra? Perché mai ti amerò, ora indimenticabile, che invece dei suoni metti in fuga intorno al mio cuore una mandria di puledri dalle criniere ribelli? Perché mai ti amerò tanto, amore, vortice di stagioni che colorano un cielo (sempre diverso, sempre vicino) come una foglia cadente. Come un respiro appannato dal gelo. Nichita Stanescu
(Traduzione di Fulvio Del Fabbro e Alessia Tondini)
Nichita Stanescu è il poeta dell’eros, dell’amore e, soprattutto, delle parole. “La parola – scrive lui stesso – è l’ombra della struttura della materia, per questo noi cerchiamo di continuo la fonte che ha illuminato la materia in modo tale da lasciare un’ombra tanto maestosa, tanto semantica. Tutta la sua storia sentimentale è fatta di – parole -:
Nichita Stanescu, il senso dell'amore
“
“Solo le parole volavano tra noi,
avanti e indietro.
… Le parole ruotavano, ruotavano tra noi,
avanti e indietro,
e più t’amavo più
ripetevano, in un volteggio appena visibile,
la struttura della materia, da capo”.
E aggiunge: “Io insegnavo alle mie parole ad amare,
mostravo loro il cuore
e non desistevo finché le loro sillabe
non prendevano a battere”.
avanti e indietro.
… Le parole ruotavano, ruotavano tra noi,
avanti e indietro,
e più t’amavo più
ripetevano, in un volteggio appena visibile,
la struttura della materia, da capo”.
E aggiunge: “Io insegnavo alle mie parole ad amare,
mostravo loro il cuore
e non desistevo finché le loro sillabe
non prendevano a battere”.
Nichita Stanescu, il senso dell'amore
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