giovedì 27 aprile 2017

(in)fedeltà e intimità (VI)

queste coppie, viste dall’esterno, trasmettono la sensazione di possedere una perfetta intesa, complicità, armonia e condivisione. Entrambi i coniugi sembrano essere del tutto felici, affettuosi e cordiali l’uno con l’altro. Ma la realtà è ben distante da questa immagine perfetta: si tratta infatti degli esiti di una serie di complicati meccanismi psicologici finalizzati a coprire la mancanza di una reale intimità, progettualità e complicità. In questi casi, prevale il desiderio di tenere piedi la coppia o la famiglia in quanto tale, a dispetto della creazione di una relazione realmente gratificante e profonda tra i partner. Si mettono da parte quindi le emozioni personali, per far prevalere “ciò che è giusto” secondo i canoni di coppia o famiglia ideale che i coniugi condividono. Il problema è che vivere questa farsa, porta lentamente i partner a sviluppare un profondo senso di frustrazione e disagio, mortificante ed invalidante per lo sviluppo psicologico, portando al tradimento come modalità di espressione e realizzazione di sé all’esterno. Perlomeno, di quelle attitudini e desideri che all’interno della coppia vengono castrate.

Questa paura dell’intimità agisce come forza distruttiva all’interno del rapporto poiché crea un circolo vizioso in cui il partner evitante si sente assediato dalle richieste di vicinanza emotiva e si allontana ancora di più, mentre l’altro partner – stanco di ripetuti ed infruttuosi tentativi di contatto e condivisione – inizierà a sentirsi frustrato, rifiutato ed arrabbiato, e nel tempo probabilmente cercherà altrove quella vicinanza e quella condivisione di tempo e progetti che non riesce ad avere nella coppia.
 
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