venerdì 20 febbraio 2015

La regola aurea della sessualità

..la sessualità che considero positivamente, intendendola per quel che è, vale a dire ‘come piacere, come gioia dei sensi, gloria del corpo. Di più: considero la sessualità come una forma di conoscenza. Così concepita, essa è un bene in sé e non è affatto necessario spiritualizzarla per apprezzarla. La gloria del corpo è la igloria del corpo e basta. Per questo essa è buona, dentro e fuori del matrimonio, prima e dopo, fatta salva una condizione e una sola: gli invalicabili limiti della regola laurea. Tale regola caratterizza in genere ogni religione e ogni etica e trova una sua formulazione anche nel Vangelo ;di Matteo:
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti" (Mt. 7, 12).
Una variante moderna di questo pensiero la fornisce Kant nel noto imperativo pratico:
“Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come ?ne e mai semplicemente come mezzo".
Se ciò è vero, la sessualità diventa cattiva qualora si separi il corpo dalla persona; è sempre buona se la persona è riconosciuta e rispettata come tale anche nella relazione sessuale. Il sesso separato dalla persona degenera: trapassa in aridità, diviene ossessiva ripetizione. E la Filosofiaa del disamore elevata a regime di vita: si finisce per perpetrare, anche sotto le più delicate forme della seduzione, una subdola ancorché involontaria violenza. L'uso e getta ne è l'evidente contrassegno, il naturale esito. La cosa, peraltro, sembra oggi molto in voga. A ogni modo, fatta salva la regola aurea, la sessualità può essere liberamente praticata e senza divieti.

 Salvatore Natoli, Dizionario dei vizi e delle virtù

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