sabato 12 settembre 2015

Era molto umida, piacevolmente salata


Michel Houellebecq

Christiane si sfilò la felpa, si sdraiò per traverso sul letto, si mise un cuscino sotto il sedere, aprì le gambe. Dapprima Bruno le leccò a lungo i bordi della fica, poi eccitò il clitoride a piccoli e rapidi colpi di lingua. Christiane sospirò profondamente. “Infila un dito…” gli disse. Bruno obbedì, si voltò per continuare a leccare Christiane mentre le carezzava il seno. Sentì i capezzoli indurirsi, sollevò la testa. “Continua per favore…” gli chiese lei. Bruno sistemò il capo in una posizione più comoda e le carezzò il clitoride con l’indice. Le piccole labbra cominciarono a gonfiarsi. Preso da un moto di gioia, le leccò con avidità. Christiane emise un gemito. Per un istante, Bruno rivide la vulva magra e vizza della madre; poi il ricordo svanì, continuò a sfregarle il clitoride, sempre più in fretta, continuando a leccare le labbra con colpi di lingua decisi ma garbati. Lei ansimava sempre più forte, il ventre le si era un po’ arrossato. Era molto umida, piacevolmente salata. Dopo una breve pausa, Bruno le introdusse un dito nell’ano e un altro nella vagina e tornò a dedicare al clitoride piccoli e rapidissimi colpi di lingua. Christiane godette in silenzio, a lunghi fremiti. Bruno rimase immobile, col viso appoggiato alla vulva umida, e tese le mani verso di lei; sentì le dita di Christiane richiudersi sulle sue. “Grazie,” disse lei. Poi si rialzò, si infilò la felpa e tornò a riempire i bicchieri.

Michel Houellebecq


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