solitudine, grande intima solitudine. Penetrare in se stessi e per ore non incontrare nessuno.....«Voi non dovete rimanere senza un mio saluto mentre viene il Natale e voi, in mezzo alla festa, portate la vostra solitudine con maggior fatica che mai. Ma se poi v’accorgete che è grande, rallegratevene; che sarebbe infatti (domandatevi) una solitudine senza grandezza; c’è solo una solitudine, e quella è grande e non è facile a portare e a quasi tutti giungono le ore in cui la permuterebbero volentieri con qualche comunione per quanto triviale e a buon mercato, con l’apparenza di un minimo accordo col primo capitato, col piú indegno…
Essere soli come s’era soli da bambini....
Ma sono forse quelle le ore in cui la solitudine cresce; ché la sua crescita è dolorosa come la crescita dei fanciulli e triste come l’inizio delle primavere. Ma questo non vi deve sviare. Questo solo è che abbisogna: solitudine, grande intima solitudine. Penetrare in se stessi e per ore non incontrare nessuno, – questo si deve poter raggiungere.
Essere soli come s’era soli da bambini, quando gli adulti andavano attorno impigliati in cose che sembravano importanti e grandi, perché i grandi apparivano cosí affaccendati e nulla si comprendeva del loro agire».
R.M.Rilke, citato da E. Borgna