sabato 12 settembre 2015

Malattia e Dioniso


Malattia e Dioniso

Eppure la verità della verità, la più pura verità, è che mi rincresce molto ammetterlo. Quest'esplosione seminale, questi cumuli e cirri che ricoprono la nostra geografia immaginaria, finiscono per rattristare chiunque. Scopare quando non si hanno le forze per farlo può essere bello e perfino epico. Poi può trasformarsi in un incubo. Ma non si può fare a meno di ammetterlo. Guardate, per esempio, le carceri del Messico. Prendete un tizio non precisamente avvenente, basso, seborroico, panzone, strabico, e per di più cattivo e con un cattivo odore. Un tizio del genere, la cui ombra si sposta con lentezza esasperante lungo le pareti del carcere o lungo i corridoi interni del carcere, dopo pochissimo tempo che è lì diventa amante di un altro tizio, altrettanto brutto ma più forte di lui. Non c'è una storia d'amore prolungata, una storia d'amore fatta di passi e tappe successive. Non c'è un'affinità elettiva così come la intendeva Goethe. É un amore a prima vista, primario, se volete, ma il cui fine non differisce molto dal fine a cui tendono molte coppie normali o che a noi sembrano normali. Sono fidanzati. Le loro schermaglie, i loro deliqui, sono come radiografie. Scopano tutte le notti. A volte si picchiano. Altre volte si raccontano le loro vite, come se fossero amici, eppure non sono amici, ma amanti. La domenica ricevono entrambi le visite delle rispettive mogli, che sono brutte quanto loro

Ovviamente nessuno dei due è quel che si potrebbe definire un omosessuale. Se qualcuno glielo dicesse in faccia è probabile che se la prenderebbero così tanto, si sentirebbero così offesi, che prima violenterebbero brutalmente l'insolente e poi lo assassinerebbero. É così. Victor Hugo, che secondo Daudet era capace di mangiarsi un'arancia intera in un boccone, massima prova di salute, secondo lui, tipico gesto da maiale, secondo mia moglie, lasciò scritto nei Miserabili che la gente oscura, la gente atroce, è capace di provare una felicità oscura, una felicità atroce. A quanto credo di ricordare, visto che I miserabili è un libro che lessi in Messico moltissimi anni fa e che lasciai in Messico quando me ne andai per sempre e che non penso di ricomprare né di rileggere mai, perché non è il caso di leggere né tanto meno di rileggere i libri dai quali sono stati tratti dei film, e credo che dai Miserabili sia stato tratto perfino un musical. Questa gente atroce, come dicevo, la cui felicità è atroce, sono i ruffiani che accolgono Cosetta quando Cosetta è ancora una bambina, e che non solo incarnano alla perfezione il male e la meschinità di una certa piccola borghesia o di coloro che aspirano a far parte della piccola borghesia, ma con il passare del tempo e l'avanzare del progresso incarnano, ormai, quasi tutta quella che noi oggi chiamiamo classe media, una classe media di sinistra o di destra, colta o analfabeta, ladra o apparentemente onesta, gente provvista di buona salute, gente preoccupata di curare la propria salute, gente esattamente uguale (probabilmente meno violenta e meno coraggiosa, più prudente, più discreta) ai due pistoleri messicani che vivono il loro amore rinchiusi in un penitenziario. Dioniso ha invaso tutto. Ha il suo posto nelle chiese e nelle ONG, nel governo e nelle case reali, negli uffici e nelle baraccopoli. La colpa è tutta di Dioniso. E il suo antagonista o la sua contropartita non è nemmeno Apollo, ma il signor Fighettino o la signora Stronzetta o la signora Perbenino o il signor Neurone Solitario, guardaspalle pronti a passare al nemico al primo sparo sospetto

Roberto Bolaño *** Letteratura + malattia = letteratura


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