Viso, orrore
Fra i visi inorriditi che si volgono
per non vedere, il tuo sporge più intenso.
Più alta rocca di lagrime
confitta nel silenzio,
nel deserto di grida soffocate,
così il tempo propizio per piangere
Fugge via,
Fra i denti si conchiudono i sospiri
e recisi dall'anima, sguardi
cercano pace
e all'estremo nascono parole:
Pazienza spegne e fa esigua la fronte,
un debole sorriso quasi un'acqua latente
scivola sulla bocca inaridita,
schianta il volto gelato, la pazzia,
Ma te! Ecco ritrovo la tua essenza rifluita
nel profondo dei gesti famigliari,
delle calme abitudini sulle sponde solari:
tutto ci resta ancora
per soffrire.
Mario Luzi
ricordo del settembre 1984