Credo che la scrittura nasca sempre da una sorta di insoddisfazione, non per le caratteristiche di una vita specifica ma perché la realtà non è sufficiente. Per me non lo è mai stata.
Inoltre, fin da piccola, mi sono sempre sentita più a mio agio all’interno delle storie che scrivevo che nello scambio verbale con i miei coetanei. Avevo persino deciso, a 8 anni, di non parlare mai più. Mi sembrava un inutile spreco di energie, non restava nulla nell’universo, e inoltre il mio linguaggio era troppo diverso da quello degli altri.
Viola Di Grado
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