"Poi piovve dentro a l'alta fantasia"
Dante
"la fantasia è un posto dove ci piove dentro"
Italo Calvino
Dante
"la fantasia è un posto dove ci piove dentro"
Italo Calvino
Lezioni americane Sei proposte per il prossimo millennio (Italo Calvino, Lezioni americane, Oscar Mondadori editore, Milano, 2002)
4. Visibilità
(Passaggi scelti)
C´è un verso di Dante nel Purgatorio (XVII, 25) che dice Poi piovve dentro a l´alta fantasia’. La mia conferenza di stasera partirà da questa constatazione: la fantasia è un posto dove ci piove dentro.
[p. 92]
Occorre definire cos´è l´imaginazione, cosa che Dante fa in due terzine (XVII, 13-18).
O immaginazione, che hai il potere d´importi alle nostre facoltà e alla nostra volontà e di rapirci in un mondo interiore strappandoci al mondo esterno, tanto che anche se suonassero mille trombe non ce ne accorgeremmo, da dove provengono i essaggi visivi che tu ricevi, quando essi non sono formati da sensazioni depositate nella memoria?
[p. 92]
Possiamo distinguere due tipi di processi immaginativi: quello che parte dalla parola e arriva all´immagine visiva e quello che parte dall´immagine visiva e arriva all´espressione verbale. Il primo proceso è quello che avviene normalmente nella lettura.
[p. 93]
Torniamo alla problematica letteraria, e chiediamoci come si forma l´immaginario d´un´epoca in cui la letteratura non si richiama più a un´autorità o a una tradizione come sua origine o come suo fine, ma punta sulla novità, l´originalità, l´invenzione. Mi pare che in questa situazione il problema della priorità dell´immagine visuale o dell´espressione verbale (che è un po´ come il problema dell´uovo e della gallina) inclini decisamente dalla parte dell´immagine visuale.
Da dove piovono’ le immagini nella fantasia?
Gli scrittori più vicini a noi stabiliscono collegamenti con emittenti terrene, come l´inconscio individuale o collettivo, il tempo ritrovato nelle sensazioni che riaffiorano dal tempo perduto, le epifanie o concentrazioni dell´essere in un singolo punto o istante.
[p. 97]
Quando ho cominciato a scrivere storie fantastiche non mi ponevo ancora problemi teorici; l´unica cosa di cui ero sicuro era che all´origine d´ogni mio racconto c´era un´immagine visuale.
Dunque nell´ideazione di un racconto la prima cosa che mi viene alla mente è un´immagine che per qualche ragione mi si presenta come carica di significato, anche se non saprei formulare questo significato in termini discorsivi o concettuali.
Appena l´immagine è diventata abbastanza netta nella mia mente, mi metto a svilupparla in una storia, o meglio, sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialità implicite, il racconto che esse portano dentro di sé. Attorno a ogni immagine ne nascono delle altre, si forma un campo di analogie, di simmetrie, di contrapposizioni. Nell´organizzazione di questo materiale che non è più solo visivo ma anche concettuale, interviene a questo punto anche una mia intenzione nell´ordinare e dare un senso allo sviluppo della storia
Nello stesso tempo la scrittura, la resa verbale, assume sempre più importanza; direi che dal momento in cui comincio a mettere nero su bianco, è la parola scritta che conta: prima come ricerca di un equivalente dell´immagine visiva, poi come sviluppo coerente dell´impostazione stilistica iniziale, e a poco a poco resta padrona del campo.
[pp. 99-100]
le soluzioni visive continuano a essere determinanti
la nostra immaginazione non può essere che antropomorfa
[p. 101]
Ma c´è un´altra definizione in cui mi riconosco pienamente ed è l´immaginazione come repertorio del potenziale, dell´ipoteticodi ciò che non è nè è stato nè forse sarà ma che avrebbe potuto essere.
[p. 102]
Mi resta da chiarire la parte che in questo golfo fantastico ha l´immaginario indiretto, ossia le immagini che ci vengono fornite dalla cultura, sia essa cultura di massa o altra forma di tradizione. Questa domanda ne porta con sè un´altra: quale sarà il futuro dell´immaginazione individuale in quella che si usa chiamare la civiltà dell´immagine’?
Una volta la memoria visiva d´un individuo era limitata al patrimonio delle sue esperienze dirette e a un ridotto repertorio d´immagini riflesse dalla cultura.
Oggi siamo bombardati da una tale quantità d´immagini da non saper più distinguere l´esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione. La memoria è ricoperta da strati di frantumi d´immagini come un deposito di spazzatura, dove è sempre più difficile che una figura tra le tante riesca ad acquistare rilievo.
Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall´allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini.
[p. 103]
Diciamo che diversi elementi concorrono a formare la parte visuale dell´immaginazione letteraria: l´osservazione diretta del mondo reale, la trasfigurazione fantasmatica e onirica, il ondo figurativo trasmesso dalla cultura ai suoi vari livelli, e un processo d´astrazione, condensazione e interiorizzazione dell´esperienza sensibile, d´importanza decisiva tanto nella visualizzazione quanto nella verbalizzazione del pensiero.
[p. 106]
Sarà possibile la letteratura fatastica nel Duemila, in una crescente inflazione d´immagini prefabbricate? Le vie che vediamo aperte fin da ora possono essere due.
1) Riciclare le immagini usate in un nuovo contesto che ne cambi il significato
2) Oppure fare il vuoto per ripartire da zero.
[p. 107]
La fantasia dell´artista è un mondo di potenzialità che nessuna opera riuscirà a mettere in atto; quello di cui facciamo esperienza vivendo è un altro modno, che corrisponde ad altre forme d´ordine e di disordine; gli strati di parole che s´accumulano sulle pagine come gli strati di colore sulla tela sono un altro mondo ancora, anch´esso infinito, ma più governabile, meno refrattario a una forma. Il rapporto tra i tre mondi è quell´indefinibile di cui parlava Balzac: o meglio, noi lo diremmo indecidibile, come il paradosso d´un insieme infinito che contiene altri insiemi infiniti.
[p. 109]
Comunque, tutte le realtà e le fantasie possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo e io, esperienz e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale; le visioni polimorfe degli occhi e dell´anima si trovano contenute in righe uniformi di caratteri minuscoli o maiuscoli, di punti, di virgole, di parentesi; pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia rappresentano lo spettacolo variopinto del mondo in una superficie sempre uguale e sempre diversa, come le dune spinte dal vento del deserto.
[p. 110]