Jirí Orten
Io sono dell’inverno ostile ai frutti
e della morte, se il tempo lo chieda,
io sono dell’amore, di cui sbaglio la porta,
al posto di una mela ai vermi lasciato in preda.
Di chi sono?
Io sono dei piovaschi e delle siepi e delle erbe chinate dalla pioggia e della chiara canzone che non gorgheggia, del desiderio che sta chiuso in lei. Di chi sono? Io sono di ogni piccola cosa smussata che mai spigoli ha conosciuto, dei piccoli animali che reclinano la testa, sono della nuvola quando è straziata. Di chi sono? Io sono del timore che mi ha tenuto con le sue trasparenti dita, del coniglietto che in un giardino in penombra esercita il suo fiuto. Di chi sono? Io sono dell’inverno ostile ai frutti e della morte, se il tempo lo chieda, io sono dell’amore, di cui sbaglio la porta, al posto di una mela ai vermi lasciato in preda.Jirí Orten
Nessun commento:
Posta un commento
commenta questo post