Gesualdo Bufalino
Come non serve affondare la faccia
sul tuo petto di diafana pietra,
ora che già il predone fiutò la nostra traccia
e i suoi cani ci latrano dietro.
VERSI LASCIATI SOPRA IL CUSCINO
Ecco declina già l’anno di nuovo, ma l’ombra dietro i vetri che si spia ancora sazi, ancora ingordi ci ritrova del suo cibo di mala follia. Diluvi corrono come coltelli per ogni viottolo del sangue triste: ah brama buia, perduti duelli, tentazione di non esistere! Possederti mi è dunque terrore, e quando madida e dolce sul fianco piangendo mi manchi, nel cuore un vento ascolto battere stanco. Coi capelli avvinti e le bocche funeste come non serve contro la sorte ogni sera cercare questa celeste catastrofe che simula la morte. Come non serve affondare la faccia sul tuo petto di diafana pietra, ora che già il predone fiutò la nostra traccia e i suoi cani ci latrano dietro.Gesualdo Bufalino
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