Rainer Maria Rilke
Entro la solitudine, perviene
come un suono ogni gesto
alle cose che origliano mute.
Silenzio
Lo senti, amore?… Le mani sollevo, ed è nell’aria — lo senti ? — un fruscío. Entro la solitudine, perviene come un suono ogni gesto alle cose che origliano mute. Lo senti, amore ?… Le palpebre inclino e ti raggiunge un novello fruscío. Lo senti, amore ?… Ridesto, le schiudo… Oh perché mai non ti vedo, amor mio ? D’ogni piú lieve mio gesto, rimane come un’impronta tenace, che appare nel serico silenzio. Ogni piú labile moto s’incide entro il velario disteso dell’ètere, imperituro. Col mio respiro, in un ritmo, le stelle via per il cielo discendono, salgono. Alle mie labbra l’olezzo dei fiori giunge qual filtro, che immemore bevo. E riconosco tralucer nell’ombra d’angeli ignoti un lontano accennare. Questo, e non altro, sognando ripenso… Piú non mi avveggo, Diletta, di te…
Rainer Maria Rilke
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