Javier Marias
«Tutto si contagia con grande facilità, di tutto possiamo essere convinti, la ragione ci può essere data sempre e tutto può essere raccontato se viene proposto accompagnandolo con la sua esaltazione o con la sua giustificazione o con la sua attenuante o con la sua pura rappresentazione, raccontare è una forma di generosità, tutto può accadere e tutto può essere enunciato ed essere accettato, da tutto si può uscire impuniti, o addirittura indenni.
Nessuno fa nulla convinto della sua ingiustizia, almeno non nel momento di farlo, nemmeno raccontare, che strana missione o compito è questo, quello che succede non succede del tutto fino a quando non viene scoperto, fino a quando non si dice e non si sa, e intanto è possibile la trasformazione dei fatti in puro pensiero e in puro ricordo, in nulla.
Ma in realtà chi racconta racconta sempre più tardi, il che consente di aggiungere se vuole, per prendere le distanze: "Ma ho girato le spalle al mio vecchio io, ormai non sono più quello che fui, non mi conosco e non mi riconosco. E non sono stato io a cercarlo, io non volevo".
E a sua volta quello che ascolta può ascoltare fino alla fine e anche così pronunciare quella che è sempre la migliore risposta: “Non so, non mi risulta, vedremo”.
Domani nella battaglia pensa a me
Javier Marias
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