sabato 24 dicembre 2016

sono amori rari

M. Recalcati

Abbiamo visto però che esistono amori che fanno vacillare la saggezza del cinismo freudiano. Sono amori dove in primo piano non troviamo l’altro ridotto a uno specchio idealizzante dell’Io, ma l’incontro con una esteriorità che viene amata per quello che è — nel suo reale differente e spigoloso — e non per la sua funzione di supporto al mio “Io ideale”.
 
Sono quegli amori che rispettano la distanza, che si nutrono dell’incontro con la differenza, che sanno vivere l’esposizione rischiosa e assoluta nei confronti dell’Altro con generosità e coraggio al di là del narcisismo e della ripetizione.
 
Sono amori rari — Camus ci lascia poche possibilità quando dice che di amori così ne esistevano due o tre in un secolo e uno era il suo… —, ma esistono e, spesso, come dimostra l’esperienza dell’analisi, non sono i primi amori di una vita, ma quelli che si raggiungono solo attraverso altre esperienze meno felici e talvolta traumatiche.
 
Il loro fondamento non è in nessun Altro ideale, ma nella contingenza dell’incontro che ha reso possibile l’esperienza del Due e nel desiderio che questo incontro non finisca, non si esaurisca, ma si ripeta ancora.
 
(M. Recalcati)

non è più come prima

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