Però, una volta che avevo deciso di presentarmi, una volta che sapevo che era nelle mie mani tornare a vederlo quel giorno, né l’una cosa né l’altra riuscivano ad arrivare. «Fra poco, – pensavo, – non c’è fretta, aspetterò ancora un po’. Lui resterà a casa, non mi scappa, non se ne andrà in giro.
Che ogni secondo gli si faccia lungo e lo conti, che legga qualche pagina senza rendersene conto, che accenda e spenga la televisione senza scopo, che si esasperi, che prepari o memorizzi quello che mi deve dire, che si affacci sul pianerottolo ogni volta che sente l’ascensore e rimanga deluso nel verificare che si ferma prima di arrivare al suo piano o che tira dritto verso l’alto.
Javier Marias
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