Paolo Polvani
viaggio coi desideri in valigie comode
portate da un dio volubile
una miriade di specchi
in cui si frantuma l’anima, quel che ne resta,
senza spessore di chiarità.
portate da un dio volubile
una miriade di specchi
in cui si frantuma l’anima, quel che ne resta,
senza spessore di chiarità.
I gabbiani non sanno niente di noi.
I gabbiani non sanno niente di noi.
Il mare ignora in quali mani è ora
il tumulto del cuore. Il vento
si occuperà delle impronte con pazienza antica.
Piccoli sprazzi di felicità le nostre voci.
Lascia che adesso accarezzi la tua infanzia,
ne prenda in consegna la musica, ne custodisca
le parole, guarda! ho tra le braccia
le tue lacrime. Le onde si perdono
dentro sbuffi di spume, i gabbiani
volano bianchi sul mare. Ora è la tua voce
che m’inchioda alla vita, spalanca
una ferita luminosa di gioia.
Paolo Polvani
Il mare ignora in quali mani è ora
il tumulto del cuore. Il vento
si occuperà delle impronte con pazienza antica.
Piccoli sprazzi di felicità le nostre voci.
Lascia che adesso accarezzi la tua infanzia,
ne prenda in consegna la musica, ne custodisca
le parole, guarda! ho tra le braccia
le tue lacrime. Le onde si perdono
dentro sbuffi di spume, i gabbiani
volano bianchi sul mare. Ora è la tua voce
che m’inchioda alla vita, spalanca
una ferita luminosa di gioia.
Paolo Polvani
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